Nella recente indagine di Save the Children (febbraio 2024), che indagava gelosia, intimità ed emozioni nei giovani, emergono dati preoccupanti rispetto a quali comportamenti vengano considerati violenti e quali segno di amore.
Tra questi la gelosia è spesso associata erroneamente a una prova di amore e dimostrazione di interesse profondo.
Le basi dell’affettività che dovrebbero caratterizzare le relazioni sane tra i giovani risultano particolarmente confuse.
Controllare il telefono dell’altro, impedire al partner di accettare nuove amicizie online, dire all’altra come vestirsi sono solo alcuni dei comportamenti che vengono spesso considerati normali poiché normalizzati all’interno della nostra cultura ancora troppo patriarcale.
Come Centro che si occupa di prevenzione e contrasto alla violenza di genere abbiamo l’obbligo di rimarcare che l’annullamento dei confini tra i partner e l’idea del possesso come conferma di passione e intensità emotiva sono invece altamente pericolosi.
Quasi la metà dei giovani ha dichiarato di aver richiesto insistentemente di ricevere foto intime della partner. E ancora un’ampia fetta di giovani (29%) pensa che le ragazze possano contribuire a provocare violenza sessuale attraverso il proprio modo di vestire e comportarsi. Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia sia un segno d’amore.
Ma come può l’amore, attraverso la gelosia, dettare dei limiti alla propria libertà personale?
Interessante come la parola gelosia indichi anche un tipo di serranda, una particolare persiana, dal cui interno si può vedere fuori, ma che impedisce la vista all’interno: era attraverso queste particolari finestre che i mariti, gelosi delle mogli, imponevano limiti ben definiti. Era così che i sultani cercavano infatti di sottrarre mogli e figlie da sguardi esterni.
Ci proponiamo di lavorare con gli uomini affinché possano imparare a riconoscere le proprie emozioni, le sappiano nominare e possano iniziare ad aprire finestre imparando a guardare oltre agli stereotipi imposti dalla nostra cultura.
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